Fotografare i codici miniati ti porta ad avere buone referenze nel settore ed a frequentare Biblioteche, Musei, Pinacoteche ed altri luoghi normalmente inaccessibili, muovendoti tra teche blindate, casseforti e caveau.
Motivo ?
Quello che è custodito deve essere fotografato, con i soliti mezzi quotidiani, macchina fotografica ad altissima risoluzione, cavalletti, luci, anche se lo devi trattare come un oggetto sacro, dal valore inestimabile, quello che in realtà ha.
Di alcuni lavori mi è addirittura successo di dover fare preventivi soltanto generici, nei quali consideri che stai chiuso per un mese tra albergo e luogo di ripresa, senza nemmeno deviare per un caffè, controllato dalla Polizia, e addirittura, in un paio di casi, dai Servizi Segreti, di quelli che fan paura solo a nominarli, parlando del giorno d'oggi. Ed alla fine scopri che devi ritrovarti a migliaia di chilometri da Modena. In un altro caso mi avrebbero affidato, cosa poi successa, i documenti del catasto di un'intera Nazione, in Europa, non la nomino, ma era di quelle toste, e quando ho avuto tra le mani i documenti le prime parole che mi son venute in mente sono state "guerra, bombardamenti, caratteri gotici" , il resto dovete immaginarlo voi, io non posso pubblicare.
In questo caso per fortuna la ripresa è meno imbarazzante, almeno per il posto, ambiente e soggetto, siamo all'Abbazia di Nonantola, nella rassicurante Emilia, incaricati di fotografare, per Franco Cosimo Panini Editore, alcune pergamene, con tutte le cautele ed attenzioni del caso. Poi fotografi un monogramma, la firma, ma di chi è ? Carlo Magno in persona, questa è proprio la sua conferma sui documenti che siglava, tra una guerra e l'altra.
Questo è un particolare quasi macro, un buon anello di prolunga è stato sicuramente utile, ma mi fa particolarmente piacere vedere l'impressionante nitidezza della foto (quella che di solito è richiesta per la riproduzione di documenti particolarmente pregiati) dovuta ad un'ottica che sicuramente "ci vede bene" , lo zoom Hasselblad 50/110 , ma il segreto non è quello.
Il segreto vero è la luce, niente bank e soft box , ma una luce puntiforme e durissima, per scavare tutte le porosità della pergamena ed ogni minimo dettaglio; ricordate le pubblicità delle fette biscottate, con quelle superfici che le tocchi e le mangeresti dalla foto ? il tipo di luce è lo stesso, ed il risultato è lì .
Saltando per un attimo in un altro genere fotografico, il ritratto, questa luce è di norma molto sconsigliata da qualsiasi manuale, metterebbe in evidenza tutti i pori della pelle, punti neri e baffetti, venuzze e pieghe, meglio di no, a meno che uno non voglia drammatizzare l'effetto, ma di questo parleremo un'altra volta.
Particolare curioso, le lettere sono le consonanti del nome in latino, Karolus , KRLS , la croce è d'obbligo, ma la firma vera e propria è la V nel rombetto centrale, perchè l'Imperatore... non sapeva scrivere, cosa che non gli ha impedito di sottomettere, con largo uso di selvaggia violenza, Franchi, Longobardi e Roma , fino a farsi incoronare Imperatore dei Romani, o dell'Impero Carolingio . Correva l'anno 800 ed era Papa Leone III.
Insomma, tutta questa valanga di Storia finisci col sentirla fisicamente addosso, mentre guardi il monogramma nel mirino dell'Hasselblad. Emoziona sì, per davvero, nel silenzio dell'Abbazia !