si è fermato, quel martello, come si sono fermate quelle mani. Niente più lamiera da battere, niente più GTO che vengono alla luce come quando le faceva con Scaglietti per Enzo Ferrari. Ha insegnato l’arte del fare carrozzerie da sogno partendo da niente a tanti battilamiera diventati ormai leggendari. Erano i tempi del lavoro duro, senza gloria ed onori, quelli sono arrivati dopo, oggi, tardi. Questa foto è dell’autunno 2019. Adesso è febbraio 2021, da quel giorno è passato un rullo compressore a spegnere vite, in poco più di un anno ho perso tre persone che per me erano diventate importanti e vicine, colonne della cultura motoristica modenese. Danilo Tavoni , il re delle moto, quelle di Agostini e Provini, MV, Benelli, il re dei telai, delle carenature, dei serbatoi, dei parafanghi esattamente identici a quelli di allora, ed il re degli scarichi dei motori Lamborghini per la Formula 1, quello che a 82 anni faceva le sfide con sé stesso. Philippe Daverio, il mondo della cultura e della visione calato a Modena con progetti bellissimi, mi sembrava assolutamente impensabile stare lì a parlarci, semplicemente. Ed oggi Giancarlo Guerra, quelle mani, quel martello… questa era la foto che avevo in mente per lui; sgomitando un po’, ci sono riuscito, nella chiesa si San Carlo a Modena, davanti alle sue creature.