Ero un giovane fotografo alle prime armi, studio aperto da poco e sogni di un avvenire interessante ed avventuroso.
Il réportage era un tipo di servizio abbastanza comune, oltre che lavoro era un'occasione per vivere storie ed ambienti altrimenti inaccessibili.
Un giorno telefona un’Agenzia di Pubblicità, stasera dobbiamo dare le foto a due piloti, ragazzi emergenti che promettono bene.
Giacobazzi Vini è lo sponsor assieme ad un produttore di carni ed al Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Siamo al Montana, il ristorante dove va spesso Enzo Ferrari; lui stasera non c’è ma il pilota della Formula 1 è suo, appena arrivato in Ferrari.
Cena strepitosa, al Montana ancora oggi si mangia decisamente bene, l’Emilia a tavola non è uno scherzo, Mr. Giacobazzi si era portato il vino, e su tutto il resto non si discuteva, né allora né oggi.
Nel dopocena, macchine fotografiche al lavoro, la gloriosa Hasselblad 6x6 , diapositive e negativi in tutti i caricatori, ed il parco di flash al completo è pronto per l’invasione della sala, con spot, bank e diffusori, cavalletti, cavi.
I due giovinastri sono finalmente a mia disposizione, in mano mia.
Mentre scatto cerco di conoscerli un po’, come faccio sempre. Uno è Walter Villa, a Modena è già famoso, corre in moto, pilota di gran classe, finalmente ha trovato lo sponsor che merita; l’altro è un canadese con la faccia da ragazzino, appena sbarcato a Maranello, timido e simpatico, si chiama Gilles , Gilles Villeneuve. Una caratteristica comune che mi stupisce sempre è la gentilezza e disponibità umana e professionale, gli esploratori dei limiti estremi raramente sono arroganti ed altezzosi.
Entrambi sopportano stoicamente la foto con la bottiglia di Lambrusco, e poi col bicchiere per un brindisi, poi quella con la bisteccona ed alla fine con l’immancabile spicchio di Parmigiano; decine e decine di scatti, dài sorridi, fai un’espressione convincente, mostra entusiasmo.
Mi vergogno un po’ a strapazzarli così , sono entrambi stanchissimi, giornata di viaggi, riunioni, contratti, firme, impegni, aspettative, tutte cosette che ti stressano, ma la foto deve essere quella giusta.
Oggi trovo per caso su internet una foto di quei giorni, il mood è lo stesso, non è mia, la pubblico come riferimento storico ma forse più sentimentale, un pretesto per parlare, ricordare, rimpiangere, con scuse e complimenti all’autore che non conosco.
Per me, ma credo per tanti, un amarcord che commuove, «muor giovane colui che gli dei amano» .
I due ragazzi, che ora tragicamente ci hanno lasciato, ne hanno fatta di strada…