Questa storia ha inizio nel periodo di lockdown per Covid, tutti chiusi in casa, possibili solo frequentazioni strettamente lavorative, certificazioni e documenti a non finire, lo ricordiamo bene tutti.
Un grande concessionario Ferrari, Niki Hasler di Basilea, ed un esperto in vernici, Mauro Barbieri, stavano iniziando un'impresa che pareva impossibile.
Hanno voluto realizzare un campionario di vernici in acrilico termoplastico di nuova concezione, che sostituiva le vecchie vernici acriliche non più permesse dalla legge a causa del diluente alla nitro.
Per fare questo hanno radunato una serie di mazzette-colore d'epoca, soprattutto Ferrari, ma anche Lamborghini, Maserati, Alfa Romeo, De Tomaso, Iso-Rivolta, introvabili per i collezionisti, salvo qualche esemplare reperibile nelle aste a prezzi elevatissimi.
Oltre a queste sono apparsi anche alcuni rarissimi campionari di pelli per interni Ferrari e Maserati.
L'istinto del fotografo è sempre quello di documentare le cose raramente visibili, di tempo ne avevo in quantità, per cui ho cominciato a fotografarle.
Foto come queste non sono semplici da fare.
Per iniziare ho deciso che tipo di luce avrei usato : una sola torcia flash di potenza elevata, senza diffusore, luce puntiforme, ad imitazione di quella del sole in una giornata serena estiva, quella che, nelle nostre latitudini mediterranee, c'è alle ore 11,00 .
Poi le superfici delle mazzette erano incurvate dal tempo, lucide, ed ovviamente piene di riflessi, cosa che ha comportato una lunghissima serie di aggiustamenti per trovare l'angolo, il grado ed il centimetro esatti per annullare i riflessi.
Tutto sommato, una ripresa lunga e difficile, ma il bello doveva ancora arrivare.
Infatti abbiamo avuto un'idea bella quanto complicatissima: riportare i codici dei colori sulla parte anteriore del campione, codici che in realtà sono stampati sul retro.
Erano possibili errori di trascrizione, che sarebbero stati sicuramente fonte di guai, non puoi sbagliare il colore di un'auto da milioni di euro per un codice scritto male, pertanto ho ovviato fotografando i codici, selezionando e ritoccando le scritte, che ho applicato poi sul colore. Nessuna digitazione di lettere e numeri.
Tutto molto bello, ma è stato un lavoro immane, abbondantemente più di mille ore.
A questo punto era inevitabile raccogliere tutte le foto in un libro, che richiamasse anche i protagonisti e Modena, il cuore della Motor Valley.
Da qui in poi alcuni collezionisti o super esperti di auto d'epoca hanno cominciato a chiedermene una copia, ed ho deciso di rendere pubblica la cosa.
Non è un table-book decorativo, il costo è elevato ( oltre mille ore di lavoro pesano...) ma chi lo ha preso era estasiato, ed almeno l'orgoglio di aver fatto una cosa unica ed irrepetibile ce l'ho !
A modo suo, è fotografia creativa anche questa.
(Ps: se qualcuno lo vuole, ovviamente mi scriva)